La ricerca di base e clinica ha avvalorato la tesi della Medicina Fisiologica di Regolazione: nel novembre del 2009, infatti, la rivista Pulmonary Pharmacology & Therapeutics ha pubblicato il primo articolo sugli effetti delle citochine low dose SKA in un modello animale di asma allergico (Gariboldi et al. Low dose oral administration of cytokines for treatment of allergic asthma. Pulmonary Pharmacology & Therapeutics 22 (2009) 497-510).
Dal 2009, nuove pubblicazioni hanno fatto seguito all’articolo pubblicato da Pulmonary Pharmacology & Therapeutics.
Sinossi della ricerca sulla Physiological RegulatingMedicine
I lavori elencati testimoniano le prove sperimentali dell’efficacia dell’approccio PRM a un ampio range di patologie.
Parte della massa critica dei lavori effettuati è relativa a patologie immunitarie ed autoimmunitarie. Gli studi relativi mostrano la capacità delle signaling molecules di modulare la risposta delle cellule immunitarie in modo altamente selettivo; in particolare, sono chiaramente descritte le capacità immunostimolanti e immunomodulanti delle citochine testate.
La capacità di agire in modo raffinato sull’equilibrio Th1/Th2 è fondamentale per la gestione di malattie caratterizzate da squilibri nella concentrazione di citochine diametralmente opposte, come l’Asma BronchialeAllergico (che mostra una predominanza Th2), il Morbo di Crohn e la Psoriasi Volgare (patologie a predominate risposta Th1).
Uno dei punti chiave che emergono dai lavori scientifici analizzati è l’efficacia del trattamento con molecole a basso dosaggio, nonostante il fatto che esse operino a concentrazioni inferiori rispetto a quelle generalmente considerate farmacologicamente attive.
L’uso di citochine e altre signaling molecules si è spesso scontrato con la necessità di utilizzare elevati dosaggi, realizzando concentrazioni che inducono una vasta gamma di effetti collaterali oltre agli effetti farmacologici desiderati.
La classica dose minima efficace si trova generalmente tra la più bassa farmacologica attiva (10-5) e la più alta concentrazione fisiologica (10-6). La farmacologia low dose si muove all’interno della gamma di concentrazioni fisiologiche delle signaling molecules operando quindi al di sotto delle concentrazioni alle quali compaiono gli effetti avversi, ma raggiungendo ugualmente risultati terapeutici apprezzabili. Le proprietà del legame ligando-recettore sono fondamentali per spiegare come le signaling molecules low dose SKA possano essere efficaci. L’affinità del recettore per il suo ligando specifico è fondamentale per l’attivazione dei pathways di segnale a valle del recettore stesso; in condizioni di saturazione del ligando, infatti, viene generalmente indotto il blocco recettoriale e/o la sua down-regolazione. Le molecole a basso dosaggio sono invece in grado di indurre una stimolazione recettoriale fisiologica diretta sulle cellule immunitarie (come descritto da Gariboldi S. et al.) modulando le risposte all’interno del range omeostatico; la PRM realizza uno dei punti cardine dell’approccio P.N.E.I. alla malattia: ripristinare il network fisiologico delle signaling molecules.
Da un punto di vista farmacologico, i lavori analizzati evidenziano l’importanza dell’attivazione di molecole a basso dosaggio attraverso il processo di drug delivery denominato SKA (Sequential Kinetic Activation – Attivazione Cinetica Sequenziale): molecole low dose non allestite mediante questa procedura di attivazione sono del tutto inefficaci come descritto sempre da Gariboldi S et al. L’attivazione SKA è fondamentale per superare la barriera concettuale rappresentata dalla minima dose farmacologicamente efficace, essendo in grado di indurre un effetto di rilascio dell’attività esercitata dalle molecole a basso dosaggio mediante l’interazione con il veicolo acquoso.
Conclusioni sulla ricerca in Physiolocial Regulating Medicine
Dieci anni di ricerca scientifica in Physiolocial Regulating Medicine hanno permesso ai ricercatori di fornire dati di natura diversa, scientificamente rilevanti, in grado di dimostrare:
la validità dei concetti teorici alla base dell’approccio PRM;
la centralità del processo farmaceutico tecnologico denominato SKA (Sequential Kinetic Activation – Attivazione Cinetica Sequenziale);
l’efficacia sperimentale e clinica di bassi dosaggi di signaling molecules attivate SKA;
la capacità immunomodulante e immunostimolante delle citochine testate, l’attività trofica dei fattori di crescita, l’azione di regolazione endocrina degli ormoni low dose;